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Pirelli Annual Report 2022

Progetto editoriale

I dipendenti Pirelli e l’AI

Veronica Stefanini

Material Compound Technologist


L’intelligenza artificiale ha rivoluzionato le vite di tutti, tanto nel quotidiano quanto a livello aziendale. In che modo dunque l’IA ha trasformato il suo lavoro all’interno dei team di Pirelli?

L’IA è ormai parte integrante della vita di ognuno di noi. Assistiamo oggi a una vera e propria trasformazione del modo di vivere e di lavorare attraverso strumenti che fino a pochi anni fa non ci saremmo neanche immaginati e che potevamo trovare solo nei libri di fantascienza. Nell’ambito lavorativo di cui faccio parte, R&D nel settore della formulazione di ricette mescole dei materiali, l’intelligenza artificiale si sostanzia spesso nella parola ‘virtualizzazione’ che richiama il concetto di predizione della performance. Questa ricade sull’azione finale di controllo e di potenza. La driving force dell’IA in area materiali è legata infatti alla volontà primaria di predire le proprietà e quindi la performance di una data mescola, ed è qui che si deduce il vantaggio che si può trarre in termini di risparmio di tempo, di risorse e di denaro.

L’IA sta dando la possibilità di condividere di più il sapere, di rendere il know-how più largo e globale. Quanto sente tutto questo in un’azienda internazionale come Pirelli?

Dietro al concetto appena esposto di ‘virtualizzazione’ nel settore R&D si trova un team variegato che comprende data scientist, informatici, tecnologi dei materiali ed esperti di metodiche di analisi degli stessi. La squadra lavora sinergicamente per sviluppare un software che abbia le potenzialità di predire la performance di un dato materiale sulla base degli ingredienti di una ricetta, dei loro rapporti e di come questi vengono miscelati insieme. Per farlo però è necessario insegnare alla macchina a ragionare come un compounder con nozioni chimiche. Si inserisce qui il lavoro del data scientist che deve tradurre le nozioni chimiche in algoritmi da poter dare alla macchina affinché apprenda e cresca. Se ci pensiamo bene, dietro questo processo non vi è solo l’opportunità di risparmiare tempo durante la fase di sviluppo dei materiali per specifici progetti, ma vi è anche la volontà di migliorare e rendere più efficiente il knowledge-sharing. Esempio pratico è l’uso del software da parte di un neo assunto: può infatti avvalersi dello strumento per capire l’impatto sulle proprietà di mescola di determinati cambi di polimero o di specifici chemical risparmiando così tempo e risorse.

Intelligenza artificiale ed essere umano vengono raccontati spesso in antitesi, e se parlassimo di integrazione, in Pirelli?

L’IA si associa al concetto di tecnologia anche se potrebbe essere una definizione riduttiva in quanto non prevede solo la definizione di metodi e tecniche per trovare soluzioni a problemi pratici, ma è una disciplina che coniuga una molteplicità di scienze con l’aggiunta dell’estetica e della pretesa intrigante di creare un’analogia con l’intelligenza umana. Nel mio comparto l’IA trova il suo spazio dimostrando l’esistenza di una vera interazione uomo/macchina che non è vista negativamente: è invece un’opportunità di miglioramento ed evoluzione. Il cambiamento spesso fa paura, ci mette alla prova ma è anche quello che ci contraddistingue dagli altri esseri viventi, quello che ci fa progredire. L’uomo ha delle idee, crea, inventa, produce e sarebbe inutile cercare di frenare questo processo, soprattutto quando si lavora all’interno dell’area ricerca e sviluppo.

Veronica Stefanini