L’intelligenza artificiale e Pirelli
Algoritmi avanzati e sistemi di automazione all’avanguardia si intrecciano oggi con le competenze dell’uomo, accrescendone le capacità e sostenendo lo sviluppo di modelli sempre più efficienti e sostenibili.
Dal 2018 in Pirelli l’adozione dell’intelligenza artificiale, e ancora prima l’analisi dei dati, ha significato creare tecnologie in grado di generare una conoscenza comune, predire fenomeni e comportamenti, anticipare il verificarsi di eventi, e supportare conseguentemente decisioni di business in modo più consapevole.
Grazie alle tecnologie basate sull’IA, le macchine sono ora in grado di accedere, analizzare e apprendere in autonomia da grandi quantità di dati in tempo reale. Si tratta a tutti gli effetti di una nuova abilità cognitiva che si affianca a quella dell’uomo, ne riduce i rischi di errore e – grazie al progressivo apprendimento – migliora la velocità e l’accuratezza delle decisioni, con una conseguente ottimizzazione di tempi e costi.
L’intelligenza artificiale è oggi ampiamente diffusa in Pirelli: più di trenta algoritmi già in funzione o in fase di sperimentazione e sviluppo assistono l’uomo nella scelta di nuovi materiali, nella fase di creazione di nuovi pneumatici, nella loro industrializzazione e nel processo di produzione in fabbrica, fino alle fasi di distribuzione e vendita.
È la manutenzione predittiva, dove algoritmi intelligenti rilevano schemi e anomalie dei macchinari, permettendo in questo modo di prevenire eventuali guasti e intervenire preventivamente. Questi modelli indicano infatti il momento di sostituzione di alcuni componenti fondamentali per la qualità del prodotto, generando un impatto positivo sull’utilizzo di risorse e abbattendo eventuali sprechi.
È il mondo del controllo qualità con sistemi guidati dall’IA che esaminano il processo di produzione in tempo reale per garantire la conformità del prodotto rispetto alle caratteristiche e agli standard previsti.
È il potenziale di un’intelligenza artificiale in grado di coadiuvare la pianificazione della produzione, mediante modelli di previsione della domanda che si genererà sui mercati dalla vendita e distribuzione delle vetture dotate di pneumatici omologati Pirelli, al fine di ottimizzare la capacità produttiva, e anticipare la necessità di investimenti per gestire la crescita.
In particolare, nella valutazione di nuove opportunità di creare prodotti omologati per le case automobilistiche, è possibile mettere in atto un test di simulazione che misura non solo costi e ricavi, ma anche la domanda che si genererà nel mercato del ricambio e il conseguente fatturato degli anni successivi. Una stima che prima veniva fatta su base esperienziale e che ora invece Pirelli automatizza attraverso algoritmi.
L’IA, ancora, aiuta ad accelerare la progettazione dei nuovi prodotti, come nel caso dei modelli di virtualizzazione in ambito R&D, che permettono di ridurre considerevolmente il ricorso a prototipi fisici e quindi anche l’utilizzo di materie prime, aspetto questo molto importante in un’ottica di sostenibilità.
Nel futuro gli algoritmi saranno in grado di studiare scenari sempre più complessi, dove però il campo decisionale resterà prerogativa umana. Negli ultimi trent’anni l’automazione ha cambiato l’interazione uomo-macchina, l’intelligenza artificiale ora sta cambiando all’interno della fabbrica l’interazione uomo-informazione a bordo macchina. L’informazione, infatti, non arriva più senza filtri e diretta dalla produzione con il compito per l’essere umano di gestire da una parte la complessità del dato e dall’altra la complessità dello scenario produttivo.
In altre parole, l’IA contestualizza e suggerisce le azioni che possono rispondere al meglio a quella data situazione, l’intelligenza umana passa all’azione prendendo decisioni sempre più informate.
L’esperienza e il sapere di ciascuno sono stati messi a disposizione dello sviluppo dei modelli di IA, ma l’applicazione di questi ultimi ha reso possibile anche la creazione di un know-how diffuso a tutto il team Pirelli nel mondo. La conoscenza ora non è più divisa per cluster, ma si allarga istantaneamente all’intera squadra: e in un’azienda con 150 anni di storia e di sapere industriale condividere e capitalizzare il proprio patrimonio informativo ed esperienziale diventa la principale modalità per continuare a creare innovazione, in un contesto in cui la trasformazione è sempre più rapida.