Modello di gestione dei rischi

    1. Philosophy & Mission

      1. Valutare e prevenire i rischi, ovvero gli eventi che potrebbero pregiudicare il valore e gli obiettivi del Gruppo, nonchè sfrutturare in maniera proattiva potenziali opportunità di business è da sempre parte integrante dello spirito di innovazione ed eccellenza professionale su cui si fonda storicamente l'identità Pirelli.

    1. Pillars

      1. Coerentemente con le proprie finalità, il modello di governo dei rischi Pirelli si configura come:

    1. Risk Model

      1. ll modello di Enterprise Risk Management Pirelli si inserisce in tre momenti chiave del processo decisionale volto al raggiungimento degli obiettivi strategici:

        • la pianificazione strategica (di medio lungo termine);
        • la pianificazione operativa (annuale e periodica);
        • i nuovi progetti di investimento.

        Va altresì notato come il modello di Enterprise Risk Management travalichi il perimetro di queste tre fasi, attraverso un continuo monitoraggio e gestione dei rischi operativi e valutazione di potenziali rischi reputazionali e ESG che potrebbero intaccare gli asset strategici aziendali (tangibili e intangibili).



    1. L’analisi dei rischi nella pianificazione strategica

      1. L'analisi e la misurazione dei rischi e delle opportunità accompagna il processo di pianificazione di medio-lungo termine.

        • identificazione eventi di rischio e opportunità più rilevanti;
        • risk assessment;
        • risk management.

        Il Comitato Manageriale Rischi valuta ed approva la metodologia di risk assessment e le metriche di quantificazione degli eventi di rischio e di opportunità, in particolare:

        • i parametri economico-finanziari di riferimento per la misurazione dei rischi/opportunità e dei loro impatti (EBIT e Cash Flow);
        • le scale di probabilità.

        L'identificazione delle aree di rischio prioritarie e la relativa valorizzazione in termini di impatto potenziale e probabilità di accadimento è guidata dalle Business Unit, supportate dalle Region, sulla base degli obiettivi e delle linee strategiche aziendali (key value driver).

        Le funzioni centrali, come Finanza e Acquisti, coordinano l'analisi dei rischi presidiati centralmente (materie prime e tassi di cambio).

        Su alcuni eventi di rischio particolarmente rilevanti per Pirelli sono applicate tecniche d‘inferenza statistica per costruire possibili scenari evolutivi alternativi a quelli considerati nella definizione del piano industriale al fine di valutare la "robustezza" delle sue assumption ed i possibili impatti sui risultati attesi. L'utilizzo di metriche quantitative di misurazione degli impatti consente una aggregazione dei rischi e una rappresentazione dell'esposizione complessiva del rischio di Gruppo (EBIT e Cash Flow @ Risk attraverso la tecnica delle simulazioni Montecarlo). In relazione a EBIT@risk e CashFlow@risk, il Comitato Manageriale Rischi garantisce che siano definiti:

        • il livello target di esposizione ai rischi principali;
        • i piani di azione e gli indirizzi di "gestione" per mantenere il livello di esposizione entro i limiti "target".

        Il Consiglio di Amministrazione, in fase di approvazione del piano, tiene conto della quantificazione dei rischi e delle opportunità e verifica che la volatilità dei risultati economico finanziari sia all'interno della soglia di tolleranza definita.

    1. L’analisi dei rischi nel budget e nella ripianificazione periodica

      1. L'elevata volatilità delle principali variabili economico/finanziarie (prezzo materie prime, tassi di cambio, andamento dei mercati di sbocco, evoluzione del pricing e mix) ha richiesto l'integrazione degli strumenti di reporting "tradizionali" con una periodica misurazione della volatilità dell’EBIT e Cash Flow attesi, funzione degli eventi di rischio o di opportunità che possono causare una loro variazione rispetto ai target. La revisione dell’EBIT@risk e del CashFlow@risk è oggetto di informativa periodica al Top Management e supporta lo stesso nella tempestiva identificazione dei trend di mercato e nell’eventuale “reindirizzo” delle azioni strategiche.

    1. L’analisi dei rischi nei nuovi progetti d’investimento e nuovi business

      1. Il modello dei rischi Pirelli supporta i processi decisionali relativi alle iniziative di investimento ed ingresso in nuovi business. Il set di informazioni tipico delle analisi tradizionali dei progetti di investimento è stato integrato con la "dimensione rischio" attraverso:

        • un'analisi approfondita del rischio economico, politico, di sicurezza e operativo del Paese in cui si intende investire;
        • la stima dei profili di cassa "risk adjusted" generati dall'investimento e del grado di volatilità del Net Present Value (NPV@risk) in funzione degli eventi in grado di generare variazioni dei risultati di business plan.

        L'inclusione della variabile rischio nell'analisi dei progetti di investimento e la possibilità di confrontarla con i rendimenti attesi, contribuisce a:

        • migliorare ulteriormente la consapevolezza del Top Management e orientare le strategie di gestione del rischio;
        • consentire una valutazione comparativa delle iniziative di investimento.

    1. L’analisi dei rischi operativi

      1. L'analisi dei rischi operativi è parte integrante dell’attività dell’Enterpirse Risk Management in quanto una loro tempestiva e corretta gestione minimizza potenziali impatti negativi su asset aziendali critici (tangibili/intangibili), nonchè potenziali ripercussioni sfavorevoli sulla strategia aziendale. Con cadenza almeno annuale vegono svolte le seguenti attività:

        • Annual Operational Risk Assessement (registro dei rischi): nel quale l’ERM richiede ai responsabili di funzione di identificare e valutare in maniera proattiva e in termini di probabilità, impatto e maturità del sistema di risk management in essere tutti i rischi afferenti alla loro area. Tutto il personale coinvolto nella valutazione dei rischi sia a livello di HQ che di Plant riceve formazione periodica e supporto metodologico continuo al fine di poter svolgere adeguatamente l’assessment per la propria area di competenza.
        • Il Gruppo ha definito la propria tolleranza al rischio sulla base di una matrice di impatto multidimensionale, che consente per ogni evento di rischio, di valutarne la gravità rispetto alle dimensioni di impatto ritenute applicabili tra le seguenti otto:
        • Seguendo un approccio worst case, la valutazione dell'esposizione complessiva per ciascun rischio riflette l'impatto più severo tra tutte le dimensioni valutate. La valutazione consente di identificare tra gli altri i rischi critici: ovvero quelli eventi di rischio valutati dai Risk Owner al di sopra della soglia di attenzione in termini di probabilità di accadimento e potenziale impatto, e aventi un sistema di gestione del rischio ritenuto non ottimizzato. Tali rischi, che rappresentano l'esposizione al rischio residua più critica, sono quelli aventi il più alto livello di priorità per l’azienda e per i quali è richiesto uno specifico piano di rientro in termini di CAPEX e OPEX per ridurre l'esposizione al rischio al di sotto della soglia di tolleranza definita.


        • Presentazione dei piani di mitigazione al Comitato Manageriale Rischi: a seguito della condivisione ed approvazione da parte del Comitato dei risultati dell’Assessment, laddove necessario (se dall’assessment sono emersi rischi critici), i responsabili di funzione presentano un piano di mitigazione per approvazione da parte del Comitato Manageriale Rischi. Spetta, infatti in ultima analisi, a quest’ultimo definire la strategia di trattamento dei rischi (accettazione/mitigazione) andando a bilanciare i benefici di una piena mitigazione con i costi relativi all’implementazione dei piani di rientro.
        • Monitoraggio & Reporting continuo della funzione ERM coadiuvata dai responsabili di funzione affinché vengano valutati lo stato di avanzamento dei piani di mitigazione ed eventuali rischi emergenti che dovessero presentarsi successivamente al ciclo di assessment annuale.

        Alcuni esempi di rischi emersi come critici dall’assessment, per i quali il Gruppo ha attivato un piano di mitigazione, sono:

        • Eventi naturali estremi aggravati dal cambiamento climatico in corso, con conseguenti potenziali danni agli asset e interruzione dell'operatività, per i quali il Gruppo ha posto in essere uno specifico piano di investimenti per ridurre la propria esposizione a eventi di tale natura (es. installazione di barriere antialluvione per proteggere gli asset e minimizzare gli impatti in caso di eventi avversi). Più in generale, in linea con un approccio di adattamento, Pirelli mira ad anticipare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e ad intraprendere azioni adeguate a prevenire o minimizzare i danni che potrebbero insorgere, oppure sfruttare le opportunità che potrebbero presentarsi, laddove fattibile.
        • Indisponibilità delle materie prime, con conseguente potenziale interruzione dell'attività, per la quale il Gruppo ha posto in essere specifiche attività di scouting, compounding e gestione delle scorte per minimizzare la propria esposizione e dipendenza dai fornitori.

        Nel corso dell’assessment, per tutti gli eventi di rischio che potrebbero influire sulla continuità aziendale, è inoltre richiesto al Risk Owner di fornire un piano di contingency dettagliato per ridurre i potenziali impatti e relativi tempi di ripristino nel caso in cui dovessero verificarsi gli eventi di rischio in oggetto.

        Il framework di gestione del rischio di Pirelli è inoltre soggetto annualmente a numerosi audit interni e di terze parti come ad esempio gli audit IATF.

    1. L’analisi dei rischi esterni

      1. L’analisi dei rischi esterni (soprattutto di natura macroeconomica) viene svolta su base continuativa con il supporto di analisi di scenario - interne ed esterne - e modelli econometrici. Tali strumenti vengono utilizzati dalla funzione di Enterprise Risk Management per valutare potenziali impatti negativi sul raggiungimenti degli obiettivi di pianificazione strategica ed operativa.

    1. L’analisi dei rischi relativi al climate change

      1. Pirelli ha introdotto il Climate Change Risk Register, rafforzando l'identificazione, la valutazione, la mitigazione e il monitoraggio dei rischi legati al cambiamento climatico che potrebbero influenzare l’attività e gli obiettivi del Gruppo.

        La fase di valutazione segue il framework ERM (i.e. Annual Operational Risk Assessment) e i rischi e le opportunità legati al cambiamento climatico sono integrati nei processi di gestione del rischio aziendale. Data la diversa natura dei rischi valutati, le metriche sono riparametrate su tre differenti orizzonti temporali in cui l'evento di rischio potrebbe verificarsi e/o avere un impatto sul Gruppo. Per ogni evento di rischio valutato sono quindi previste tre diverse valutazioni per gli equivalenti scenari considerati: breve termine (entro il 2025), medio termine (2025-30), lungo termine (2030-50).

        Il catalogo dei rischi, allineato agli obiettivi di sostenibilità del Gruppo e alle best practice e framework internazionali (es. TCFD, EU Taxonomy), include sia i rischi fisici che quelli di transizione. In dettaglio, l'analisi valuta l'evoluzione dei possibili rischi fisici acuti, fisici cronici, tecnologici, reputazionali, policy/legali e di mercato che potrebbero influenzare l'azienda e la catena del valore.

        L'esposizione del Gruppo a rischi fisici acuti (derivanti da estreme variazioni climatiche quali eventi meteorologici estremi più frequenti e/o intensi – es. cicloni, tempeste, inondazioni, siccità) e rischi fisici cronici (variazioni progressive del clima o delle variabili ambientali – es. aumento delle temperature medie, variazioni dei modelli di precipitazioni, innalzamento del livello del mare, degrado degli ecosistemi, perdita di biodiversità, stress idrico e scarsità di risorse), viene valutato a livello globale raccogliendo i dati specifici sull'esposizione a questi eventi nel tempo per ogni sito e quantificando i potenziali impatti economici per il Gruppo (es. in termini di EBIT) con analisi quantitative e l’utilizzo di tool statistici quali le simulazioni Montecarlo ove applicabili.

        I rischi di transizione che potrebbero derivare dall’evoluzione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e dalle sfide del cambiamento climatico (es. inasprimento dei sistemi di tariffazione delle emissioni di CO2, variazioni nei comportamenti dei consumatori, nuove tecnologie e indici di sostenibilità ambientale) sono valutati attraverso un assessment dedicato svolto tramite interviste con i risk owner e i principali stakeholder impattati.

Ultima revisione: 15 nov 2023