A Beautiful place è la fabbrica, luogo bello perché capace di generare e ispirare bellezza.
Il rapporto tra queste due realtà è profondo, anzi “persino intrinseco”, come sostiene il filosofo e teologo Vito Mancuso nel saggio, che apre il Pirelli Annual Report 2021, perché “fabbrica e bellezza, ovvero economia ed estetica, sono accomunate da un elemento essenziale per entrambe: la materia”. E la trasformazione della materia genera prodotti e opere d’arte, produttività e splendore, grazie alle mani dell’uomo, perché la fabbrica e l’arte sono innazitutto “manifattura”.
Per sottolineare questo legame abbiamo chiesto a degli artisti di visitare alcuni dei nostri stabilimenti produttivi in Cina, Stati uniti, Romania, Brasile e Italia e lasciarsi ispirare dall’architettura, dalla tecnologia, dalle persone, dai suoni per creare le loro opere, fatte di materia e ingegno.
Le mani dell’incisore cinese Tu Yonghong hanno intagliato la carta con precisione millimetrica ispirate dal senso d’innovazione e tradizione suscitato dalla fabbrica di yanzhou. Gesti e movimenti simili a quelli dello sgorbiatore, quando con le sue mani crea il prototipo di un pneumatico, un’opera unica, incidendo artigianalmente sulla gomma il disegno del battistrada che il computer ha creato in modo virtuale.
Lisette Correa, street artist statunitense, ha dipinto, tenendo in mano bombolette e pennelli, due pareti della fabbrica di Rome, in Georgia, dove campeggiano in primo piano,sorridenti e uniti fra loro, gli uomini e le donne che lavorano lì. “Perché – come sostiene Mancuso – la fabbrica possa davvero risplendere di autentica bellezza, deve essere attraversata dalla bellezza ancor più necessaria dei rapporti umani”.
Le forme e l’architettura della fabbrica di Settimo Torinese (Italia) hanno ispirato il ceramista Govanni Mengoni, che con le sue mani ha plasmato al tornio un vaso con la tecnica del bucchero etrusco, mentre i suoni e la tecnologia delle fabbriche di Slatina (Romania) e di Campinas (Brasile) hanno dettato le musiche e i testi del violoncellista Andrei Cavassi e del collettivo brasiliano formato da Susy Garcia, Pinguim, Fernanda Broggi e Tony Felix.
A unire il concetto di fabbrica e di bellezza creativa è anche il racconto della scrittrice ghanese e armeno-americana Nadia Owusu che ricorda un gioco di costruzione e di fantasia capace di nutrire la mente, chiamato fabbrica, che era solita fare con sua sorella da piccola.
Del resto, ne è convinto anche Mancuso che il contatto tra fabbrica e bellezza sia essenziale per fare in modo che le nostre menti non si riducano a menti meccaniche, ma rimangano umane, vale a dire libere e creative.
Hai delle domande o hai bisogno di assistenza?
Invia la tua richiesta di supportoI nostri team sono disponibili per fornirti le informazioni e i dettagli che stai cercando.